Poco noto ai più, l’Aglianicone è un vitigno decisamente interessante e di pregio, che viene allevato in Campania in quantità piuttosto modesta. Toni rubino con sfumature che virano nel viola.
Alburno, l’Aglianicone è un vitigno decisamente interessante e di pregio. Viene allevato in Campania in quantità piuttosto modesta. La zona è prevalentemente quella della provincia di Salerno e precisamente nel territorio dei monti Alburni.
Alburno, Aglianicone, cattura lo sguardo già per il colore e per l’intensa luminosità, sui toni rubino con sfumature che virano nel viola.
Rassicurante e accogliente, inoltre, ben si adatta alle esigenze odierne di un vino più orientato verso le morbidezze. I profumi sono accattivanti. Ritroviamo, infatti, piacevoli note di frutta succosa, dalla mora al gelso rosso. Al palato si scorge anche una piacevole speziatura di pepe nero. Avvolgente e diretto, di buona morbidezza e con tannini suadenti e per nulla aggressivi.
Fosca Tortorelli
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Note del Sommelier
Poco noto ai più, l’Aglianicone è un vitigno decisamente interessante e di pregio, che viene allevato in Campania in quantità piuttosto modesta, prevalentemente nella provincia di Salerno e precisamente nel territorio dei monti Alburni. Cattura lo sguardo già per il colore e per l’intensa luminosità, sui toni rubino con sfumature che virano nel viola.
Rassicurante e accogliente, che ben si adatta alle esigenze odierne di un vino più orientato verso le morbidezze. I profumi sono accattivanti, ritroviamo piacevoli note di frutta succosa, dalla mora al gelso rosso. Al palato si scorge anche una piacevole speziatura di pepe nero. Avvolgente e diretto, di buona morbidezza e con tannini suadenti e per nulla aggressivi.
Fosca Tortorelli
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Scheda tecnica
Produttore: Tenute del Fasanella
Nome vino: ALBURNO
Annata: 2015
Denominazione: IGP PAESTUM ROSSO
Varietà: Aglianicone 100%
Località: S. Vito Prato, Lupinelle, Caputo
Estensione vigneto: 0,90 ettari
Altitudine: 500 metri s.l.m.
Disposizione vigneto: esposto a sud-ovest con orientamento dei filari nord-sud
Suolo: profondo, su alternanze marnoso arenacee, a tessitura media in superficie, fine o moderatamente fine in profondità
Densità d’impianto: 5680 piante/ettaro
Potatura: guyot bilaterale
Produzione: da 22 a 71 Ql/Ha in funzione delle vigne
Tipo ed epoca di vendemmia: manuale in ceste da 11 Kg, 20 Settembre
Vinificazione in totale assenza di anidride solforosa: diraspatura; macerazione prefermentativa a freddo; macerazione alcolica in acciaio per 13 giorni a temperatura controllata; svinatura e pressatura soffice; prosieguo della fermentazione alcolica e malolattica
Maturazione: in acciaio su fecce fini per 21 mesi
NO stabilizzazione tartarica
Filtrazione: 1,00 µm
Imbottigliamento: 10 Luglio 2017 1° Lotto
Affinamento bottiglia: 3 mesi
Resa uva/vino: 60%
Bottiglie prodotte: 1.970 numerate del 1° Lotto
VINO BIOLOGICO CERTIFICATO da CCPB VINO SENZA SOLFITI AGGIUNTI
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Dati analitici
Alcool svolto: 15,21 %vol
Estratto secco netto: 32,8 g/l
PH: 3,44
Acidità totale: 5,46 g/l
Acido malico: <0,1 g/l
Acido lattico: 0,94 g/l
Anidride solforosa totale: <10 mg/l
Limite legale per obbligo “contiene solfiti” in etichetta: 10 mg/l
Limite legale per il vino rosso secco biologico: 100 mg/l
L’eventuale presenza di precipitati è garanzia di genuinità del prodotto e non ne influenzano le caratteristiche organolettiche
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Tenute del Fasanella
L’azienda inizia a vinificare nel 2008. Intanto parte la conversione al biologico poi conclusa con la vendemmia 2012, in concomitanza del vino biologico in Europa. Con la vendemmia 2010 si decise di abolire i solfiti del tutto, puntando sul potenziale del territorio conosciuto con le campagne 2008 e 2009. Così la scelta radicale per tutta la produzione aziendale. Il senza solfiti è un traguardo e una coerenza con l’insieme delle altre scelte fatte. Un punto di arrivo e non di partenza. La partenza è nelle vigne, come sempre. Soprattutto per chi non si può affidare a determinate tecnologie di cantina perché troppo costose per piccole aziende. Perché di naturale c’è l’uva, il frutto con il seme per la continuazione della specie. Tutto il resto, il vino, è un “prodotto antropologico”, che per aspetti salutari deve essere il più sano possibile e per questo con meno solfiti possibili e quindi senza nessun altro additivo, considerando anche i coadiuvanti di sintesi.
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